E qualunque cosa succeda, io continuerò a insegnare ai vostri figli la differenza tra un soggetto e un complemento oggetto e continuerò a predicare, come un Cristo nel deserto, l'importanza dell'analisi logica.
Non mi faranno desistere le loro domande piene di scherno:
“Prof, ma a che serve 'sta roba?”.
"A sturarvi le teste".
Tra uno sbadiglio, un frullìo di Fidget Spinner e un lancio di bottiglietta sul banco, scopriranno che in analisi logica, più che la risposta giusta, conta la domanda giusta.
E quella domanda non sempre è la prima che ti viene in mente, per cui devi imparare a fartene altre.
"Posso andare in bagno?"
"Posso andare in bagno?"
Le loro facce stupite quando si accorgeranno che la differenza tra complementi è ricchezza, è scelta, è libertà!
La libertà di capire, per non dover credere ciecamente. La libertà di riuscire a collegare una causa al suo effetto, la libertà di sapere chi compie un'azione e chi invece la subisce, in modo da poter attribuire correttamente le responsabilità, distinguendo la vera vittima dal carnefice occulto.
"Guardiamo un film sulla LIM, prof?".
Ogni giorno insisterò perché i vostri figli imparino a coniugare i verbi attivi e passivi e sarà noioso per loro e frustrante per me. O viceversa. C'è chi capirà subito, chi il giorno dopo avrà dimenticato e bisognerà ricominciare daccapo: e la depressione è sempre dietro l'angolo. La scuola non è una ludoteca di Stato, checché ne pensino alcuni genitori e tutti gli psico-pedagoghi che tengono in ostaggio il Ministero dell'Istruzione da almeno dieci anni. Al diavolo le competenze: i miei alunni devono capire e devono sapere; non devono competere - se non durante le gare dei verbi. Anche perché, chi arriva ultimo paga pegno.
"Prof, ma lei lo guarda Uomini e donne?"
Non mi arrenderò, nemmeno se il mio stipendio dovesse rimanere inchiodato su quella soglia di indecenza da cui non si stacca da anni, impedendomi di ricorrere al chirurgo estetico adesso che sono ancora in tempo.
Lo farò io, che sono un'insegnante, perché è a me che tocca spiegare il predicato nominale, non a voi genitori. Voi li potrete coccolare, fare divertire, consolare, portare al cinema e al museo.
Ma solo io potrò dire ai vostri figli che l'analisi logica e la grammatica sono bellissime.
(Grasse risate degli infedeli)
Belle e difficili.
Ma a far le cose facili siamo buoni tutti, mentre solo la fatica di un'impresa che richiede impegno e concentrazione - come capire il teorema di Pitagora o riuscire a fare atterrare in piedi la bottiglietta dell'acqua dopo averla fatta piroettare in aria - può dare vera soddisfazione.
E io voglio che i miei alunni questa soddisfazione se la prendano presto, già oggi, con le mie frasi alla lavagna.
"Che c'è scritto là, prof?"
"Che c'è scritto là, prof?"
Sarà dura, ma dobbiamo farlo, perché senza analisi logica non può esserci democrazia, poiché non vi sarebbero soggetti, ma solo complementi oggetti o capre che credono agli Illuminati e alla teoria della Terra piatta.
Voglio che i vostri figli mi seguano lungo questi impervi "sentieri per capre" (questo è Saba, non perdete tempo a googlare); li condurrò in mezzo a una radura luminosa dove potranno trovare riparo in ogni momento della loro vita. In quel luogo si colgono i significati, si pongono le domande giuste, si trovano, forse, le risposte. Il luogo in cui tutti noi, democraticamente, avremmo il diritto e il dovere di arrivare.
"Prof, posso andare in bagno, ora?"
E, mentre lo farò, mi sentirò al mio posto.
Non è una missione, la mia: è uno di quei tanti lavori - come lo spazzino e il parrucchiere - che, se fatti bene, possono contribuire a rendere il mondo un posto migliore.
E sarà anche grazie a me se, un giorno non troppo lontano, a nessuno verrà in mente di legare in un'unica sequenza pre-logica i vaccini, lo ius soli e gli sbarchi dei clandestini.