giovedì 30 maggio 2013

To beer or not to beer

- Solal, che dilemma, che dilemma! 
- Eh? 
È arrivato il circo, pensa, in questa tetra cittadina del nord est in cui ... 
- ... io ti ho portato a vivere strappandoti alla tua amata terra e bla bla bla, lo sappiamo. Vieni al punto.
- Sono intimamente dilaniata da un dilemma di ordine etico: porto le bambine al circo, oppure non porto le bambine al circo? 
- E perché ti dilemmi? 
- Se ci vado, avallerò il bieco sfruttamento di animali esotici, strappati al loro habitat, ingabbiati e trasportati nei container in giro per il mondo. Se non ci vado, le persone che vivono di quel lavoro - i tristi pagliacci, le trapeziste, i contorsionisti e gli addetti alle pulizie delle gabbie - tutta questa gente, dico, finirà sulla strada! 
- Davvero se non ci vai tu succedono tutte queste cose? 
- Certo. Io faccio media. 
- Eh, hai ragione, Ariane, è un dilemma atroce. Senti, stasera c’è Milan-Inter, hai messo le birre in frigo? 
- Solal, ho deciso, ci vado. Anzi, ci andiamo tutti e cinque insieme. 
- Che? No, no, non posso. Io devo lavorare, mica ho tempo per andare al circo, io. 
- Ma è di domenica pomeriggio, Solal. 
- Anche! Lavoro tutta la settimana e poi non posso nemmeno dedicarmi ai miei interessi nel week end!
- Quali interessi? 
- C’è la finale di pesca sportiva su Sky. Non me la posso perdere. 
- Tu non hai mai seguito la pesca sportiva, Solal. 
- Ho sempre voluto farlo, ma tu me lo impedisci con le tue continue richieste! 
- Solal, così non mi stai aiutando a risolvere il dilemma che mi dilania intimamente. 
- Perché non ci vai con mia madre?
 ... 
- Mamma, mamma, a scuola ci hanno distribuito i biglietti per il circo. Ci porti al circo, mamma? Ci porti al circo, mamma? Ci porti al circo, mamma? Ci porti al circo, mamma? Ci porti al circo, mamma? Ci porti al circo, mamma? 
- Bastaaa! Sì, bambine, vi porto al circo. 
- Ecco, dilemma risolto, Ariane.
- ... 
- Ariane? 
- Sì? 
- Hai messo le birre in frigo? Hai messo le birre in frigo? Hai messo le birre in frigo? 
- Va beneeee! Ho messo le bimbe in frigo! Porto le birre al circo! 
Ce la posso fare.
Ce la posso fare. 
Ce la posso fare.

lunedì 27 maggio 2013

Sicurezza domestica

ELENCO DI SITUAZIONI POTENZIALMENTE PERICOLOSE IN CUI SI SONO RITROVATE LE VOSTRE BAMBINE, PER CASO O PER UN VOSTRO PRECISO CALCOLO* 

1) Uscire con vostro marito la sera tardi per andare al pub dietro l’angolo, mentre le bambine dormono della grossa, e tornare a turno ogni venti minuti per controllare che non si siano svegliate. 
2) Uscire con vostro marito per andare al pub dietro l’angolo, lasciando la prima bambina ancora sveglia col telefono in mano e con le istruzioni per chiamare al numero di cellulare memorizzato, nel caso in cui si svegli la neonata. 
3) Asciugare, a piedi nudi, i capelli della bambina, tenendola in braccio, mentre l’altra fa i maremoti con l’acqua nella vasca a meno di cinquanta centimetri dal phon. 
4) Friggere le sarde impanate con in braccio la neonata i cui piedini nudi sfiorano i bordi arroventati della padella e sono pericolosamente esposti agli schizzi di olio bollente. 
5) Lasciare la neonata da sola sul fasciatoio mentre riempite la vaschetta per il bagnetto. Capra e cavoli non sempre si possono salvare. 
6) Assecondare la bambina che vuole spingere il passeggino con dentro la neonata viva, solo che la strada è in discesa e la bambina ha le scarpette da principessa con le suole lisce. 
7) Chiedere a una bambina che passa per la cucina di mescolare la marmellata che sobbolle mentre voi state leggendo il Corriere on line. 
8) Lasciare la neonata in auto, nel suo seggiolino, mentre accompagnate all’interno dell’asilo l’altra bambina. 

- Ariane, ma non avrai mica intenzione di entrare e lasciare la neonata in macchina?! 
- Perché no, mamma di Chiara? 
- Ma è pericoloso! 
- Ma dai, la macchina è chiusa a chiave e io ci impiego tre minuti e mezzo, mi sono cronometrata. 
- E se una macchina finisce addosso alla tua con la bambina dentro?! 
- Mamma di Chiara, rifletti; siamo in una stradina di un minuscola frazione di un minuscolo borgo montano: da qui passano solo mucche e trattori lanciati alla folle velocità di dieci km/h. 
- E se la bambina piange? 
- Sta dormendo. 
- Ma se si sveglia? 
- Piangerà da sola dentro un’automobile. La vita non è fatta solo di baci e carezze. 
- Ariane, io chiamo i carabinieri. 

9) Dare distrattamente in mano alla neonata una serie di oggetti per farla giocare e stare buona nel suo seggiolone, mentre voi cercate di impastare la pizza o di affettare le cipolle. Accorgersi solo quando è ormai troppo tardi che la neonata ha giocato con: 
- un paio di forbicine 
- un tubetto di Attack col tappo avvitato male 
- un sacchettino bucato, contenente le perline del giochino di minchia che l’ennesima amica senza figli ha regalato all’altra bambina
- il pacchetto di sigarette, ma per oggi mi sa che non si fuma più
- il caricabatterie del telefonino, il cui filo la bimba di sette mesi ha trasformato, con perizia da marinaio, in un cappio perfetto. 

sabato 25 maggio 2013

Intimismi


- Uhm, Ariane, continua. Mi piace. 
- Così? 
- Oh, sì. 
- E così? 
- Sì, è bellissimo. 
- Non ti faccio male? 
- No, non ti fermare! Ancora! 
- Basta adesso. Sono stanca. 
- Ti prego, facciamolo ancora! 
- Stai tranquillo, il pettinino a denti stretti va passato almeno due volte al giorno. 
- Bene! E quanti ne hai trovati stavolta? 
- Guarda, qui conto almeno cinque pidocchi. 
- Ah be’, però! 

giovedì 23 maggio 2013

Not in my back-yard

- Ariane, abbiamo toccato il fondo. 
- Lo so. Non eravamo mai arrivati fino a questo punto.  
- Sì, abbiamo avuto i nostri problemi, come capita in tutte le famiglie, ma questo è troppo. 
- Secondo te se ne può uscire, Solal? 
- Non ne ho idea, Ariane. Ma sai cos’è che mi fa più male? 
- Cosa? 
- Io ero convinto che a noi una cosa del genere non sarebbe mai accaduta. Non a noi cinque. Pensavo veramente che noi fossimo diversi. 
- Già. Anch’io non riesco a farmene una ragione. Ma dobbiamo reagire, Solal, dobbiamo ancora crederci. E dobbiamo farlo tutti insieme, dobbiamo combattere uniti. 
- No, è troppo difficile. 
- Dobbiamo provarci. 
- Ma in che modo? 
- Chissà, magari è vero che che basta fare lo shampoo disinfestante. 
- Non lo so, Ariane. I pidocchi sono delle brutte bestie.

mercoledì 22 maggio 2013

Concorso 2

Quesiti a risposta aperta 

La candidata risponda sinteticamente alle seguenti domande: 

1) Perché, da quando hai tre figlie, gli amici ti invitano solo alle grigliate in giardino? 
2) Perché, da quando la tua amica ha avuto due gemelli, suo marito all’improvviso va a lavorare anche di sabato? 
3) Perché tu, forza di gravitazione universale, ci tieni così tanto alle mie tette? 
4) Devono per forza raggiungere il centro della Terra? 
5) Perché continuano a dire che passare da uno a due figli è un trauma, ma da due a tre neanche te ne accorgi? 
6) Come mai loro non se ne sono accorti? 
7) Che differenza c’è tra casa tua e un campo Rom appena sgomberato? 
8) Come è possibile che tu, bambina, anche se qualche volta ho dimenticato di venirti a prendere all’asilo, a scuola, a pallavolo e ti ho pure smarrita in un museo, come è possibile che tu mi abbia scritto una bellissima letterina per la festa della mamma? 
9) Come mai, neonata, nonostante tua madre continui a farti battere inavvertitamente la testa contro gli stipiti delle porte, hai un’aria così intelligente? 
10) Come mai tua figlia sa di toma piemontese? 
11) Forse perché questa settimana ti sei dimenticata di farle il bagnetto? 
12) Perché, bambina, ti sei cosparsa i capelli con l’uovo strapazzato? 

martedì 21 maggio 2013

Concorso 1

Quesiti a risposta aperta 

 La candidata risponda sinteticamente alle seguenti domande: 

A) Perché ti sembra che le tue figlie non siano veramente tre, ma che siano molte di più, solo che tu non puoi dimostrarlo? 
B) Perché non hanno ancora inventato una baby sitter gonfiabile che si prenda cura delle piccole creature mentre tu vai dall’estetista? 
C) Perché ormai puoi coniugare alla prima persona singolare il verbo “depilarsi” solo al trapassato remoto? 
D) Perché, se ciò che piace nuoce, e quindi le sigarette provocano il cancro, la cioccolata fa venire ciccia e brufoli e la granita caffé con panna è difficile da digerire, allora non vale anche la regola uguale e contraria, cioè che quello che non piace fa bene alla salute? 
E) E quindi perché fare il cambio stagione non tonifica i glutei? 
F) Perché tu, bambina, ti sei cosparsa i capelli con la fecola di patate? 
G) Perché tu, o marito adorabile, in primavera non mi porti più in dono le calle che crescono lungo i canali, come facevi il primo anno di matrimonio? 
H) Forse perché, per raccoglierle, una volta sei finito con l’auto dentro uno di quei canali? 
I) Perché tu, bambina, hai affrescato le pareti con i pastelli a cera? 
L) Perché non posso soffocare con un sacchetto di plastica la tua creatività? 
M) Perché tu, neonata, non giochi due orette da sola con i giochini per neonati e invece vuoi stare sempre in braccio? 

lunedì 20 maggio 2013

Forever young

- Solal, Solal! 
- Uhmpf, Ariane, che c’è? 
- Svegliati, sono le sei e mezza. 
- Ma è ancora presto, la sveglia suona solo alle sette... 
- Appunto. Ci serve mezzora per eseguire i Cinque Tibetani. 
- I cinque che?! 
- I Cinque Tibetani: i cinque riti tibetani dell’eterna giovinezza. Dobbiamo eseguirli ogni giorno la mattina a digiuno, per tornare tonici e in forma e sconfiggere i segni del tempo. 
- Ma che ti sei fumata, la paprika? Io non voglio essere tonico! Falli tu. 
- No no Solal, dobbiamo ringiovanire insieme, non sopporterei di essere fresca e tonica mentre tu ti putrefai lentamente. 
- No. 
- Dai. 
- Ho detto di no. 
- Ma perché? 
- Non voglio fare i riti tibetani, sarebbe uno svilimento della mia virilità. 
- Beh, anche non riuscire a vedersi il pisello per via della panza è uno svilimento della virilità. 
- Io non ho bisogno di vederlo, lo so che è lì. Anzi, ormai che siamo svegli, vieni qua che ti faccio provare il rito ortodosso... 
- Solal, smettila con queste dozzinali volgarità da cinepanettone e vieni a rigenerare il corpo e lo spirito. Bisogna stimolare i chakra. 
- Che sono ‘sti chakra? 
- Non l’ho so, ma sembra roba seria. 
- Ariane. 
- Sì? 
- Vai a fare il caffè, dai. 
- ... 
- Il caffè stimola l’intestino. 
- ... 
- E portamelo a letto, ormai che ci sei.

domenica 19 maggio 2013

Baruffe chiozzotte

- Solal, cos’hai, perché sei triste? 
- Mia figlia mi ha cacciato via. 
- Avete litigato? 
- Ma no! Lei era nella cameretta, e allora io sono andato e le ho chiesto: giochiamo insieme? E lei mi ha risposto: no papà, voglio stare da sola. 
- Devi capirla, Solal, anche lei ha bisogno dei suoi spazi, di ritagliarsi un angolo di solitudine in cui coltivare la sua individualità. 
- A quattro anni?

In & out

- Mio dio Solal, adesso che ti guardo bene alla cruda luce del mattino, mi accorgo di quanto tu stia invecchiando male. 
- È stare sposato con te che mi fa invecchiare più in fretta, Ariane. Certe scelte si pagano. Ma cosa ci ho trovato in te? 
- Solal, guarda le nostre tre creature: sapevi che erano dentro di me, le avevi viste con gli occhi del cuore. Per questo mi hai scelta. 
- Adesso però sono uscite...

venerdì 17 maggio 2013

Storia di tre capinere

- Solal, quand’è che ci potremo togliere dai piedi tutte queste bambine? 
- A 11 anni si possono già fare monacare? 
- Tutte e tre?! 
- Così si fanno compagnia nel chiostro.  
- Mi pare un po’ uno spreco, sono così belline... 
- Preferisci che finiscano in mano a qualche balordo egoista che poi non me le tratta bene e mi toccherà ucciderlo per questo? 
- Bah, queste sono solo chiacchiere. Mio padre diceva esattamente le stesse cose e invece guarda com’è andata. Sei ancora vivo. 
- ... 

giovedì 16 maggio 2013

Upupe e pupe

- Solal, mi annoio, vorrei fare un po’ di vita mondana. 
- Per favore, Ariane, smettila con queste idee piccolo borghesi. 
- Ma Solal, tu sei sempre in giro, vai a cene, aperitivi, fiere, mostre, convegni. Perché io no? 
- Tu, Ariane, stai facendo qualcosa di molto più grande e importante: stai crescendo le nostre bambine, le stai facendo diventare delle persone meravigliose. Un giorno ti ringrazieranno per questo. 
- Sì, ma perché non mi posso divertire anch’io, ogni tanto?
- Le tue occupazioni, Ariane, vanno al di là del semplice concetto di divertimento. 
- Ah sì? 
- Certo, tu hai dei privilegi che a me sono negati. 
- ? 
- Ad esempio, quando è notte e il mondo riposa, l’upupa canta in giardino e solo tu e la neonata vegliate, puoi sentirti parte dell’armonia cosmica ed ascoltare gli echi del silenzio. 
- L’upupa? 
- Tu sei con loro quando hanno sete, fame, freddo... 
- Quando hanno la diarrea, anche. 
- ...quando sono tristi e quando sono felici. Ci sei quando giocano, quando creano, quando costruiscono... 
- E quando intasano il gabinetto con i cotton fioc. 
- ...tu sei la regina dell’alveare, la polena della nave, la madonna coi bambini. Sei il porto sepolto dall’amore di una famiglia che cresce e prospera grazie a te. 
- Non dico di no, Solal, ma magari qualche volta mi piacerebbe uscire insieme a te, condividere dei momenti di socialità extra-familiare... 
- Allora dillo che non sei mai contenta, Ariane! Ti ho appena portata a fare la spesa alla Coop...

mercoledì 15 maggio 2013

When the night has come

- Solal, sono piena di raccapriccio: ho visto i resti del tuo spuntino notturno. Hai veramente mangiato fette biscottate con pesto alla genovese e ketch up, bevendoci sopra un intero cartone di latte? 
- Non c’era altro in frigo, Ariane. A parte le uova scadute e mezza zucchina barbuta che andava a zonzo per lo scomparto della verdura. 
- Mi chiedo come tu abbia resistito alla tentazione di mangiare anche quelli. 
- Mi sono detto che bisognava pur lasciare qualcosa alle bambine.

Generazioni a confronto

- Pronto, Ariane? 
- Ciao mamma. 
- Ariane, non mi chiami mai. 
- Mamma, ci sentiamo ogni giorno. 
- Perché ti chiamo io! 
- Appunto. Se smetti di chiamarmi ogni giorno, ti prometto che prima o poi ti telefono. 
- ... 
- ... 
- E come vanno le cose, figlia mia? 
- Che dire. Le bambine sono tante e mio marito è poco. Poco presente, poco amorevole, poco servizievole. 
- Non sei felice con lui? 
- Si, ma vorrei un altro marito. Anzi, no, vorrei lo stesso marito, ma diverso. È un desiderio irrealizzabile? 
- Direi di sì. Io è da quarant’anni che cerco di cambiare tuo padre, ma senza risultato. 
- Come hai fatto a resistere per tutto questo tempo? 
- Avevo un metodo: quando proprio non ce la facevo più, mi sfogavo scrivendogli lunghe lettere piene di insulti. Gli scrivevo zoticone barbone disgraziato e gliele lasciavo sul comodino durante la notte. 
- E lui?
- La mattina le leggeva. 
- E ti rispondeva? 
- No. 
- Non ti scriveva anche lui delle lettere? 
- No, mai. 
- Insomma, scrivevi lettere a cui lui non rispondeva. Mi sembra un po’ frustrante, come valvola di sfogo. 
- Sì, forse, ma non c’era nient’altro da fare. 
- Avresti potuto lasciarlo. 
- Ariane, io e te apparteniamo a due epoche diverse. Nella mia, ci hanno insegnato che, se una cosa si rompe, non la butti via: l’aggiusti. 
- Mamma, a quel tempo le cose non erano fatte di plastica made in China.

lunedì 13 maggio 2013

Terronismo psicologico

- Solal, che bello, fra qualche settimana lasceremo finalmente l’inverno perpetuo di questa tetra cittadina del nord-est in cui sono costretta ad abitare, e veleggeremo verso sud, verso la mia amata terra, quella terra baciata dal sole e dagli dei, che ho dovuto lasciare per vivere insieme a te.
- Tu veleggerai verso sud, Ariane. Io invece rimarrò qui, finalmente solo, a godermi il freschetto delle temperate estati padane; padrone incontrastato del divano, del telecomando e del gabinetto. Non vedo l’ora che vi togliate dagli zebedei, con rispetto parlando.
- ...
- Dai Ariane, non fare quella faccia. Durante l’estate verrò a trovarvi, lo sai che non posso stare lontano dalle bambine.
- Ma questa volta non ripartirai dopo trentasei ore, come gli altri anni, vero?
- No, quest’anno conto di rimanere ben due giorni con voi meridionali.
- Diavolo, Solal, due giorni sono un sacco di tempo!
- Lo so Ariane, lo faccio solo per te: sai che al caldo scoppio come un brufolo maturo; inoltre, odio le spiagge affollate e mi fanno schifo le baraccopoli in riva al mare.
- Non sono baraccopoli, sono ridenti cittadine balneari.
- Punti di vista. Io preferisco le favelas di Rio de Janeiro, almeno sono colorate.
- Però noi abbiamo il sole, il mare e i cannoli, voi solo pioggia, capannoni e polenta.
- E la spazzatura dentro i cassonetti, aggiungerei.
- Stereotipi.
- Civiltà.
- Non vi sapete godere la vita.
- Siete un popolo di assistiti abusivi.
- E voi una manica di tristi alcolizzati. Ma gran lavoratori, eh?
- ...
- ...
- Senti Ariane.
- Sì?
- Fatti mandare venti litri di olio d’oliva dai tuoi, che qui è finito.
- Certo, amore.

domenica 12 maggio 2013

Mamme in festa

- Buona festa della mamma, mamma! 
- Bimbe, grazie, vediamo che bei lavoretti avete fatto per me. 
- A scuola mi hanno fatto scrivere una letterina con tanti bei pensierini. 
- E cosa hai scritto? 
- Che i momenti che passo insieme a te, mamma, sono magici. E che ti aiuterò a lavare i piatti. 
- Amore, c’è la lavastoviglie, grazie. Però ti posso insegnare a stirare. E tu, piccolina, cosa hai fatto all’asilo? 
- Abbiamo fatto un album con tutte le ricette delle mamme. 
- Ah, bene, vediamo un po’. La mamma di Alice, tagliatelle fatte in casa. La mamma di Anna, la torta Saint Honoré. Caspita. La mamma di Maria Francesca fa la pastiera napoletana...E cosa hai detto che faccio io? 
- La pasta al pomodoro, col pomodoro in scatola.

venerdì 10 maggio 2013

Simpatici umorismi

- Solal! Credo che sia finito il cotone idrofobo, bisogna comprarlo.
- ... 
- Non ridi? Ho detto cotone idrofobo anziché idrofilo, ah ah ah...non è divertente? 
- Ariane, io non ti trovavo divertente nemmeno quando ero innamorato di te e credevo che fossi una bella gnocca. Pensa adesso che sei sformata, flaccida e con la ricrescita grigia. 
- Ma mi hanno ridotta così le gravidanze... 
- Sempre a cercare scuse per i tuoi fallimenti.

giovedì 9 maggio 2013

Mi ricordo, sì, io mi ricordo

- Solal, ti ricordi quando io vivevo a Parigi ed ero bella, giovane e magra? 
- Vagamente. 
- Ero la tua personale corrispondente dalla Ville Lumière: ti scrivevo dalla Closerie des Lilas, ti scrivevo dal Fumoir, quel bar très branché vicino al Louvre; tu mi citavi Hemingway, e io correvo al bar Select perché Paris is a moveable feast...e ti scrivevo anche da lì. Alla fine sei venuto a prendermi. 
- Sì. Soprattutto, per farti smettere di scrivere. 
- E ti ricordi che ti ho mandato quella cartolina dalla Shakespeare & Co, la leggendaria libreria vicino a Notre Dame? 
- Sì, mi ricordo, Ariane. 
- E pensare, Solal, che adesso quella cartolina è qui, attaccata con una puntina da disegno alla lavagnetta dei promemoria, un po’ sbiadita, un po’ sgualcita agli angoli... 
- Un po’ come te, insomma. 
- ... 
- ...
- E ti ricordi che mi hai dato appuntamento a Place des Vosges, e io sono arrivata: jeans blu, camicetta bianca e foulard rosso... 
- Come la bandiera francese. 
- ...sono arrivata e non ti vedevo, e tu mi hai spedito un sms con su scritto “Voltati” e io mi sono voltata e ti ho visto lì, seduto sulla panchina, che mi osservavi. 
- Ariane, io mi ricordo che una settimana prima di sposarti mi hanno ricoverato d’urgenza per asportarmi la cistifellea e quella sera il Milan ha perso la Coppa dei Campioni contro il Liverpool per tre rigori sbagliati. E ora dimmi che quello non era un chiaro presagio di ciò che mi aspettava. A saperlo leggere.

lunedì 6 maggio 2013

Alma mater

Alma mater 1 

 - Bambina, basta. Smettila di suonarmi il flauto nelle orecchie. Peraltro, suoni molto male. Sto cercando di preparare una lezione sulla Canzone al Metauro di Torquato Tasso. È un argomento un po’ delicato, sai? Ci vuole concentrazione. Vai ad esercitarti nella tua stanza, chiudi bene bene la porta e fai in modo che io non senta più i suoni orrendi che riesci a produrre con quel flauto. Non piangere tesoro, la mamma ti vuole bene, ti dice solo la verità. Qualcuno deve farlo. Adesso, va’. Va’. 



Alma mater 2 


- E tu, neonata, smettila di frignare, to’, metti ‘sta tetta in bocca e taci. Lo so che stai tutto il giorno in braccio con una tetta in bocca, è un po’ noioso, posso capirlo. Preferiresti che io ti parlassi, ti guardassi negli occhi, ti cantassi le filastrocche. Invece ti do solo tanti baci e tanto latte. Non ti stimolo abbastanza. Lo so, so tutto della teoria. Ma la pratica è un’altra cosa, e questo è un concetto che è meglio tu acquisisca in fretta. Mamma deve fare tante cose. Mamma è stanca anche mentre ti sogna, la notte. 



Alma mater 3 


- Ariane, sei stata tu a dire alla bambina... 
- Quale bambina, Solal? 
- La seconda. Sei stata tu a dirle che, se non smette di infilare i pollici negli occhi della neonata, la porti nel bosco e l’abbandoni, ma prima controlli che in tasca non abbia né sassolini né briciole perché non ritrovi la strada di casa? 
- ... 
- Ariane, sei proprio una brutta persona. E questo prima ancora di essere una madre orrenda, una moglie mediocre e una fallita esistenziale. 
- Che ne dite di un bel piatto di sofficini e bastoncini fritti per cena?

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domenica 5 maggio 2013

Cahiers de doléance

È venuta a trovarmi un’amica; prima, era una donna in carriera, ora invece ha due gemelli neonati. 
- Amica mia, ce l’hai presente quando tiri il dito di un guanto di gomma e poi lo lasci andare all’improvviso e lui torna a posto con uno schiocco? Ecco, questo è ciò che succede al mio capezzolo quando la neonata me lo mastica, me lo tira e poi lo sputa.
- È veramente disgustoso. Una donna non dovrebbe permettere un tale scempio del suo corpo. 
- E poi non sopporto di rifare, ogni giorno, gli stessi gesti. Mi sveglio al mattino e penso che non ce la posso fare,  e poi arriva sera e vorrei solo avvolgermi in un sudario. 
L’indomani, ricomincia tutto d’accapo, sempre uguale. 
- Sì, sempre uguale. 
- Non ho più nemmeno argomenti. Parlo solo di bambini ad altre mamme che mi parlano di bambini e dicono le stesse cose che dico io. 
- Come noi due adesso? 
- ... 
- Io parlo di bambini anche con mio marito la sera. Lui invece con me non parla di niente. 
- Ti capisco. Anch’io provo a chiedergli: Solal, come è andata la tua giornata? Mi risponde: strumptpfetegnu. 
- Pensa che il mio mi dice: mi spiace cara, non posso raccontarti niente, sono vincolato dal segreto professionale.
-...
-...

sabato 4 maggio 2013

As time goes by

- Solal! Solal!
- Che succede, Ariane? 
- Guarda Solal, guarda come mi sono ridotta: ho i piedi deformati dalle gravidanze, sono come quelli di mia nonna; il doppio mento e la carne del viso pendula, come quella di mia mamma. Ricrescita di capelli bianchi come la mia bisnonna. Zampe di gallina, come una gallina. 
- ... 
- Come è possibile? Eppure ho solo venticinque anni.
- Ariane. 
- Sì? 
- Sei bellissima. 
- Ma non hai detto che ho due culi etc etc? 
- Sì, l'ho detto perché io ho la panza. Era per ristabilire un po’ di equilibrio, anche se solo nominale. 
- Allora non mi trovi invecchiata? 
- Tu non invecchierai mai, amore mio.
- Solal.
- Sì?
- Tu non hai la panza.

venerdì 3 maggio 2013

Nightmare

- Solal, mi piace stare abbracciata a te.
- Anche a me, Ariane 
- Sono belli questi momenti di intimità. 
... 
- Però non tirarmi i capelli, Solal! 
- Non sono io. È la neonata. 
- Miseria, me l’ero scordato che la bambina era qua dietro. 
- Ce n’è un’altra seduta ai bordi del letto, Ariane. E un’altra che ci osserva dalla porta socchiusa. Sono dappertutto, Ariane.
- Ma porc..., sono come i gremlins? Gli butti l’acqua addosso e loro si moltiplicano durante la notte?

Una serie di imperdibili eventi

- Ariane, sai che sono un affermato wine writer? 
- No, Solal, non lo sapevo. 
- Ecco; mi hanno invitato ad una serie di imperdibili eventi: una degustazione epocale di un vino rarissimo e praticamente senza prezzo; l’inaugurazione del ristorante di uno chef famosissimo, quello con tredici stelle Michelin; una importante fiera di produttori a cui non posso assolutamente mancare. Mi dai il permesso di andarci? 
- Solo se posso venire anch’io.
- Beh, no. Se vado da solo è gratis, se vieni anche tu dobbiamo pagare. E siccome tu sei una disoccupata saltuaria, non ce lo possiamo permettere. 
- Cioè tu te ne vai e mi lasci a casa tre giorni da sola con le bambine? 
- Esatto. Posso andare? 
- No. 
- Vuoi farmi rinunciare a tutto questo solo perché tu sei una fallita senza interessi e non ti invitano mai da nessuna parte? 
- ... 
- Dai, non essere meschina. 
- ... 
- Allora vado, siamo d’accordo. 
- Ma non provi nemmeno un po’ di senso di colpa? 
- Sì, ma solo qui a casa.

giovedì 2 maggio 2013

Il posto dei barattoli

- Ariane, sei una pessima casalinga: gli scaffali della dispensa sono tutti in disordine. Quante volte ti ho detto che voglio i barattoli sistemati secondo le dimensioni, dal più grande al più piccolo e per colore, dal più chiaro al più scuro?
- Solal, guardami: sto preparando la cena, ho una bambina attaccata al seno e sto facendo ripetere le tabelline alla più grande; l’altra è sotto il tavolo che si colora di verde le narici e dice che vede la gente morta. Ho appena finito di stirare trenta camicie e non mi faccio una doccia da diciotto giorni. Vuoi che ti suggerisca un posto in cui potresti infilarti i tuoi barattoli?
- È solo questione di organizzazione, Ariane, solo questione di organizzazione.

Promenade

- Solal, andiamo a fare una passeggiata in mezzo a lodogni, ginepri e campi fioriti? 
- Sì, certo Ariane. Ma il passeggino della neonata lo spingi tu. 
- Va bene. 

Arriviamo ad un bivio. 


- Solal, proseguiamo fino alla chiesetta in piazza? 

- Si ma poi io voglio passeggiare tra i sentieri in mezzo ai rovi. 
- Vengo anch’io! Ma come faccio col passeggino? La riporto a casa e poi andiamo io e tu mano nella mano? 
- Che zecca di cane che sei, Ariane! Preferisco andare da solo. 
- Ah. Allora le nostre strade si dividono qui? 
- Sì. E speriamo che continuino parallele. 
- Beh, sempre meglio che divergenti. Almeno, ogni tanto, strada facendo, ci possiamo salutare da lontano. 
- Non ci avevo pensato. Allora speriamo che siano divergenti. 
- Anch’io ti amo tanto, Solal.

mercoledì 1 maggio 2013

Futures

- Ariane, non ti amo più 
- Io invece ti amo ancora, Solal. 
- Perché non torni dai tuoi con le bambine? Io vi vengo a trovare ogni tanto. 
- Che sforzo. Non è quello che fai già adesso? Ogni tanto passi da casa e vieni a trovarci. Non mi sembra tu faccia molto di più. 
- Ah no? Io lavoro tutto il giorno per questa famiglia, io faccio avanti e indietro, porto a casa i soldi, tu sei una disoccupata saltuaria, vi devo mantenere, faccio tutto io... 
- Solal, l’hai buttata la spazzatura? 
- Domani.

Tatticismi

Sabato o domenica di una settimana qualunque. Bambine sparse per casa, disperse dai nonni, abbandonate in un bosco, chissà. Solal davanti al computer. Gioca a Soccer o Fifa o quello che è. Campo di calcio verde smeraldo, figurine di calciatori da far muovere a comando. Con la coda dell’occhio noto qualcosa di diverso dal solito. Le figurine si muovono, la partita è in corso ma, Solal, invece di dirigerle coi tasti, si limita a fissare lo schermo. 


- Solal, che fai? Perché non giochi? 

- Il mister mi ha messo in panchina, devo aspettare che mi richiami in campo. 
- ... 


 Il mister di un videogioco tiene in scacco un’intera famiglia. Le bimbe aspettano di essere portate al parchetto. 

Io aspetto di ritrovare da qualche parte il marito complice con cui condividere i giorni di riposo, un relax produttivo, un film da vedere abbracciati sul divano. 
Il lampadario nella stanza delle bambine aspetta da un anno e mezzo di essere fissato al soffitto. 
Se il mister non riprende in squadra Solal al più presto, questa casa e questa famiglia lentamente si spegneranno. 
Siamo come d’autunno sugli alberi le foglie di fico di un quarantenne arenato su una panchina virtuale.

Epifanie

- Ariane, hai due culi. 
- ? 
- L’elastico delle mutande ti segna il culo, che è flaccido, e sembra che tu abbia due culi: uno sopra l’elastico, uno sotto l’elastico. 
- ...

Mutatis mutandis

Attenzione: il seguente post contiene un mega-spoiler sul romanzo Bella del Signore!!!








- Solal, però quei due, nel libro, Bella del signore, alla fine si suicidano. 
- Sì.
- Secondo te, perché si suicidano? 
- Perché ne avevano le palle piene l’uno dell’altra? 
- No, Solal. Si suicidano perché il loro amore era così assoluto, così totalizzante, da non poter essere costretto entro i confini della quotidianità. Un amore unico, fragile, trascendente. 
- Ah, beh. Allora stai tranquilla, Ariane; noi due non ci suicideremo.

Gossip


- Ariane, ma sai che Corrado sta lasciando la moglie per mettersi con un cesso atomico? Roba da non crederci. Ed è pure cretina. 

- Ecco, Solal. Se mai mi lascerai, ti prego, fallo anche tu per un cesso atomico. 
- No no no. Ci sei già tu che sei un cesso. Se ti lascio, lo faccio per mettermi con una figa pazzesca. 
- Solal, sei un povero illuso: le fighe pazzesche non si metterebbero mai con uno che ha un cesso per moglie. Non stuzzicherebbe abbastanza la loro vanità.


Sono tantissimi

Loro sono tantissimi. Tu sei da sola. È una lotta impari, non ce la puoi fare. Eppure lo fai, contro ogni logica, contro ogni speranza, come i Trecento alle Termopili. 
Lo fai perché bisogna essere disposti a donare la vita per la patria. Due volte l’anno. Tutti gli anni. Alcuni lo chiamano cambio stagione. Io lo chiamo guerra termonucleare totale. Orde di giacche, maglioni e vestiti, compatti come falangi oplitiche, ti piombano addosso e non fanno prigionieri. 
Le fatiche di Sisifo. Metti via i vestiti, tira fuori i vestiti. 
E poi ricomincia. 

- Ariane, perché piangi seduta per terra in mezzo a tutti questi indumenti sparsi per la stanza? 

- Roba da donne, Solal, non puoi capire.

Condivisione

- Solal, sto scrivendo un blog.
 - ...
- Mi hai sentito? Puoi distogliere un attimo lo sguardo dalla tua pagina Facebook?
- Sì, ti ho sentito. Stai scrivendo un blog.
- Cioè, sto scrivendo delle cose che starebbero bene su un blog. Mi aiuti a metterlo on line, tu che sei un mago del computer?
- No.
- Puoi leggere quello che ho scritto finora? Vorrei sapere che ne pensi.
- No, non ne ho voglia ora.
- Ma non sei curioso?
- No.
- ...
- Ariane, tanto non lo leggerà nessuno.
- No, guarda, ti sbagli. Ci ho messo dentro moltissime cose interessanti. Parlo di te e di me; nel mondo ci sono un sacco di Ariane e di Solal sopravvissuti che si identificheranno con noi.
- Ariane, io e te siamo una coppia noiosa, la nostra vita è di una noia mortale; tu soprattutto sei una donna noiosa, senza interessi, passioni, amiche vere. Sei una donna banale, che è il contrario di interessante. Il tuo blog non lo leggerà nessuno, credimi. Nemmeno io, tra l’altro.
- ...
- Ariane, forse qualche lettore lo potresti raccattare su Facebook. Potresti condividere un link al blog con i tuoi amici, che potrebbero condividerlo con i loro amici, e così forse qualcuno lo leggerà.
- Solal, io non sono su Facebook.
- Appunto. Vedi? Sei così banale che non hai nemmeno il coraggio di fare quello che fanno tutti gli altri.