martedì 25 giugno 2013

Questioni di calcolo probabilistico

- Mumble mumble, Solal. 
- Cosa stai rimuginando, Ariane? I tuoi pensieri mi disturbano. 
- Scusa, sto riflettendo intensamente su un argomento di vitale importanza. 
- Non so di cosa si tratti, ma già sento l’angoscia montarmi dentro.
- Il fatto è che questi Cinque Tibetani che pratico ogni mattina in solitudine coniugale stanno funzionando dannatamente bene. 
- È vero! Le tue tette sono meno pendule. 
- Diciamo pure che sto diventando una di quelle che pensi: “però, nonostante gli innumerevoli parti, questa ancora se la sente”. 
- In gergo tecnico, si chiamano MILF, amore; e sì, è vero, una bottarella te la darei pure io, se ti incontrassi in spiaggia. 
- Conoscendo le tue abitudini, il pericolo che io e te ci si incontri in spiaggia non c’è. Comunque, questa era solo la premessa della mia riflessione, non il cuore. 
- ... 
- Pensa, Solal, che secondo un recente studio, sembra che i mariti con mogli fighe tradiscano dieci volte di più che i mariti con mogli cesse. Incredibile: se non sei cessa è più probabile che tuo marito ti faccia le corna. 
- Aridaje co sta storia del tradimento, Ariane. Ma che è, un chiodo fisso? 
- No, lo definirei piuttosto un mantra apotropaico. 
- Che fai, ti metti a parlare istriano, adesso? 
- Significa che evoco la disgrazia per scongiurarla. 
- Il meccanismo mi sfugge, ma con te è normale. 
- Voglio dire che, finché ero una moglie cessa... 
- Dai, non ti buttare giù; diciamo “sfigurata dalle innumerevoli gravidanze”. 
- Che bel pensiero, grazie. Comunque, l’essere cessa rappresentava una sorta di protezione statistica. Adesso che sono figa grazie ai Cinque Tibetani, le probabilità di essere cornificata aumentano in modo esponenziale. 
- Sono solo fredde statistiche, Ariane. 
- Non so. Mi sento inquieta. Devo parlarne con Glenn
- E chi è Glenn? 
- Te l’ho detto, Solal. È la mia rivale immaginaria
- La tua rivale immaginaria
- Sì. Che è come dire la tua amante immaginaria
- Ed è bona questa Glenn? 
- ...
- Chiedevo, così, per sapere.
- ... 
- Comunque, visto che te la devi immaginare, Ariane, ricordati che non mi piacciono le finte bionde. Rossa non sarebbe male. 
- ... 
- E non essere avara di tette, quando immagini. 
- ... 
- Ahi, Ariane! 
- ... 

 Risata satanica di Glenn.

venerdì 21 giugno 2013

ELENCO DI MOTIVI PER I QUALI ALCUNI ITALIANI NON SONO I BENVENUTI SU UNA CERTA SPIAGGIA ISTRIANA

1) Piombi sulla spiaggia istriana con truppa e rifornimenti e ti comporti come Hitler con la Polonia: arrivi in forze, occupi vaste porzioni di territorio e pretendi che la popolazione locale ti sia grata per averle invaso il paese. 
2) Non sai nemmeno dire buongiorno nella loro lingua, chiedi puntualmente di pagare in euro perché non riesci mai a rifornirti di kune e tuo marito si è appena seduto al bar a torso nudo. 
3) Le tue figlie sono le uniche bambine della spiaggia a squarciare il silenzio e la pace sonnacchiosa con le loro urla belluine. Inoltre, la tua seconda bambina fa i rutti a comando. 
4) Hai lasciato la neonata nella sua piscinetta gonfiabile adagiata sulla spiaggia in pendenza, per andare a fare un tuffo nell’invitante acqua cristallina. La piscinetta si è ribaltata e due nonne istriane si sono precipitate a salvare la neonata singhiozzante e ribaltata. Biasimo delle nonne istriane. 
5) Tuo marito è ancora al bar a torso nudo. 
6) La tua seconda figlia si è stufata di tuffarsi a bomba schizzando i bagnanti adiacenti; adesso si sta dedicando al lancio dei sassi in acqua. Tra lei e il suo obiettivo si frappongono inopinatamente vari nipotini di nonne istriane. Contusioni su crani infantili. Biasimo delle nonne istriane. 
7) Alcune delle tue figlie hanno adottato una famiglia istriana vicina di ombrellone. Adesso siedono tra di loro, colonizzano i loro teli da mare e scroccano fette di burec*. Pretendono di intervenire nella loro conversazione parlando in finto-istriano. La neonata si è addormentata nella sua piscinetta. 
8) La neonata si è svegliata e piange, ma tu non ritieni di dover intervenire in quanto intenta a scattarti delle foto con l’iphone (rigorosamente a mezzo busto), il mare sbrilluccicante che ti fa da sfondo, con il fine meschino di postarle su Facebook e suscitare l’invidia dei tuoi amici. 
9) La neonata ha smesso di piangere e adesso si sta ingozzando di sassetti. Estremo biasimo delle nonne istriane.
10) La giornata di mare è finita; le truppe degli invasori si ritirano lasciando dietro di sé un campo minato. Non hanno fatto prigionieri. 

Se ti sei riconosciuto in almeno una delle voci di questo elenco, sei un italiano non benvenuto in Istria. In caso contrario, sei una nonna istriana. 

 * Gustosa sfoglia farcita di uranio impoverito.



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giovedì 20 giugno 2013

Operazione Overlord

- Solal?
- Sì.
- C’è un tarlo che mi rode.
- Sentiamo. Che c’è, non sei contenta? Siamo in vacanza, è estate, vai al mare con le tue bambine...
- Ecco, appunto, se vuoi ci soffermiamo sul fatto che mentre io vado al mare con due bambine, una neonata e: una piscinetta gonfiabile, due delfini gonfiabili, barchette palette secchielli, rifornimenti da vivandiera ottocentesca, bidoni di creme protettive e biancheria da ricambio, il tutto ripartito alla rinfusa tra diciotto borse - e avendo in dotazione solo due braccia e due gambe...
- E un cervello perfettamente disorganizzato.
- ...mentre io dunque organizzo ed eseguo lo sbarco in Normandia, tu...
- Ecco che cala la mannaia sul mio esile collo. Sento già la sua fredda lama.
- ...tu te ne stai in veranda a sorseggiare pensoso fresche bevande meditative, con la scusa che la tua carnagione delicata non sopporta i raggi UVA.
- Non è una scusa, è un dato di fatto fisiologico. Al sole scoppio... 
- ...come un brufolo maturo, lo so. Ciononostante, la famiglia ha le sue esigenze che una madre da sola non può soddisfare. Serve un padre. Anche questo è un fatto.
- Ma infatti. E non è forse vero che, quando cala il sole e posso espormi anch’io, vengo e mi rendo utile?
- Utile.
- Sì. Faccio fare i tuffi alle bambine, tengo in braccio la neonata per consentirti di fare le tue lunghe nuotate, vado a comprare i gelati...
- E la tua birra.
- Insomma, faccio il padre.
- Forse. Quello che manca, allora, è il marito. 
- Ariane, che noia, non fai altro che indulgere nell’auto-commiserazione.
- A volte mi sembra di essere una ragazza madre. Con l’unica differenza che le ragazze madri non stirano tutte le camicie che devo stirare io.
- Auto-commiserazione, Ariane.
- Comunque, tutto ciò non c’entra nulla con il mio tarlo.
- Ah, vero. Il tarlo. Cosa ti tarla?
- Non riesco a spiegarmi un fatto. Ho come l’impressione che, su questa spiaggia istriana, noi italiani non siamo i benvenuti.
- A no?
- No. Anzi, ho la sensazione che ci tollerino a stento. Anche i loro sorrisi sono sorrisi di circostanza. E rispondono al nostro saluto solo perché devono.
- Cosa gli hai fatto per ricevere questo trattamento?
- È questo che mi rode: nulla! A parte andare in spiaggia e condividere con loro qualche metro cubo di acqua di mare...
- Bah. Un motivo ci deve pur essere.
- Sì, ma quale?
- Se mi dai un paio di orette, ci penso un po’ su. In veranda. Con la bibita da meditazione. Tu intanto vai in spiaggia con le bambine: quando vi raggiungerò, avrai la risposta che cerchi.
- ...
- E non dimenticarti la protezione solare, Ariane. E le maschere. Sai che senza maschere poi non possiamo fare i tuffi.
- ...

venerdì 14 giugno 2013

Working class


- Ariane, non ti sembra che la tua casa si senta un po’ trascurata? 
- Dici? 
- Eh. Guardati attorno. Riesci a vedere il pavimento? 
- In effetti no: ci sono i resti del tuo spuntino notturno che me lo impediscono. 
- Dài, metti un po’ in ordine, Ariane, sai che il caos domestico mi fa venire la vertigine cosmica. 
- Adesso non posso, Solal, sto raccogliendo le forze per affrontare il collegio docenti che mi aspetta oggi pomeriggio. Io sono anche una donna che lavora. 
- Saltuariamente. 
- Sono una donna che crede nel proprio lavoro. Io sono una che dà sempre il massimo. E sai quand'è che soprattutto dò il massimo?
- Fammi indovinare: durante il collegio docenti?
- Esatto, vecchio mio.
- Donna, metti un po' in ordine prima di uscire.
- ...

ELENCO DI ATTIVITÀ ALTERNATIVE CON CUI IMPIEGARE PROFICUAMENTE IL PROPRIO TEMPO DURANTE UN COLLEGIO DOCENTI

1) Spuntare sull’agenda tutti gli impegni a cui non avete ottemperato nell’ultimo mese, accorgendovi con una certa soddisfazione che non si tratta di nulla di importante (es. i colloqui con le maestre della bambina, la visita pediatrica per il bilancio di salute della neonata, l’appuntamento dal dentista et similia). 
2) Approfittare di questo tempo morto della vostra giornata per dedicarvi finalmente a una più accurata igiene personale: pulire i padiglioni auricolari, liberare con la punta della matita rossa e blu l’interstizio tra molare e premolare, togliere il cerume che si è raccolto sotto le unghie dopo la pulizia delle orecchie e, se non temete l’occhio sociale, tagliare le unghie dei piedi. 
3) Mettere in ordine le ricevute delle bollette, appiccicare i bollini della Coop sull’apposito tagliando per avere in regalo la pizziera, ripulire il borsellino dai vecchi scontrini del bar, della farmacia e dell’estetista (no, dell’estetista non ce n’è. Anzi sì! Ce n’è uno del 2007). 
4) Se la voce del preside è regolarmente monocorde e dal ritmo invariato, ci si può dedicare a quelle attività di concetto che richiedono una certa dose di concentrazione, come leggere un libro, fare un solitario sul computer, scrivere sulla bacheca dei tuoi amici su Facebook, schiacciare un pisolino tenendo gli occhi aperti e la testa diritta. 
5) Ogni tanto, per noia, dispetto o per il gusto di suscitare scompiglio nel sonnecchiante consesso, si può alzare la mano a caso per fare approvare mozioni impopolari che non vi riguardano, visto che siete precari e l’anno prossimo finirete in un’altra scuola. 
6) Se siete seduti accanto a una delle tre colleghe che prendono diligentemente appunti durante il collegio docenti (le ho viste con i miei occhi, non volevo crederci nemmeno io), potete divertirvi a rivolgerle spesso la parola con la scusa di farvi precisare qualche numero o qualche dettaglio, così da farle perdere il filo del discorso e farla incasinare. 
7) Scrivere un post per il vostro blog, avendo la sicurezza matematica che tanto il preside non lo leggerà mai, poiché il vostro blog è seguito esattamente da quattro lettori, comprese le vostre due sorelle, vostra madre e vostra suocera.


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martedì 11 giugno 2013

Glenn, so close

Io sono la rivale immaginaria di Ariane. 
Lei mi chiama Glenn, come la Glenn Close di “Attrazione fatale”, quella che per vendicarsi di Michael Douglas, che vuole tornare dall’insulsa mogliettina, gli cucina il gatto di casa e glielo imbandisce, e poi lui è costretto a ucciderla per togliersela di torno. Che spreco. Le rivali immaginarie sono utilissime. Io, per esempio, sono una fonte di ispirazione per Ariane, la tengo vigile, sono il suo grillo parlante matrimoniale. Senza di me, Ariane commetterebbe degli errori fatali. Quelli che poi, piano piano ma inesorabilmente, sospingono i vostri mariti vicino ai miei tentacoli laccati di rosso.

Troverete di seguito un'esemplificazione di errori fatali commessi dalla tipica candidata alle corna.

Situazione n. 1/ Interno giorno

- Le tue tette, Ariane, così piene di latte, mi fanno tornare bambino. Però, adesso conosco un sacco di cose in più che si possono fare con un paio di tette. Me le fai fare?
- Solal, stammi lontano, non mi toccare, se mi tocchi inizio a urlare. Ho una bambina attaccata ai capezzoli tutto il giorno che mi mastica come un bastoncino di liquirizia. Le tette sono sue, non tue. Nulla è più tuo, hai capito? Non mi toccare!
- Dai, Ariane, solo un bacino.
- E va bene. Uno solo. Poi però mi lasci stirare in pace.

Errore molto comune, da evitare assolutamente: mai associare tette, bambini e ferri da stiro! Ricorda che le tette della rivale immaginaria sono a disposizione di tuo marito h24.

Situazione tipo n. 2 /interno giorno.

- Ariane, facciamo un sonnellino insieme oggi pomeriggio?
- No, devo stirare.
- Dai, solo un’oretta, il tempo di sprimacciarti un po’.
- Non insistere, devo impostare una lavatrice.
- ...
- Solal, tu mi vuoi sempre sprimacciare, ma quando invece io ti chiedo di parlare un po’, alzi il volume della tv!
- ...

Non gliela dai, e in più ti lamenti. Le rivali immaginarie ringraziano. 

Situazione tipo n. 3 /Interno sera.

- Ariane, io ti piaccio?
- Sì Solal.
- Non è vero. Si vede che non ti piaccio più.
- Non è che non mi piaci più, Solal. È che ti preferivo prima.
- Prima quando?
- Prima, quando non ti conoscevo.

Ma perché vuoi proprio ferirlo? Sì, lo so che lui non ha mai un attimo di esitazione quando si tratta di farti notare i tuoi peli superflui, la ricrescita, l’alito mattutino (“Ariane, puoi andare a respirare da un’altra parte, per favore? Sono stato investito da una zaffata di Zyklon B; è molto pericoloso, sai?”), ma tu sei una donna, sopporti. Lui no. Lui è un essere sensibile e delicato, le cattiverie lo feriscono. Poi tocca a me leccargli le ferite. E non solo quelle.

Risata satanica.

domenica 9 giugno 2013

Risate sataniche

Anche tu hai un’amica immaginaria? 
La mia si chiama Glenn. Non è una vera amica: in realtà è più la mia rivale immaginaria. È una versione un po’ più presentabile di me e, per questo, tanto più temibile. È una che non commette errori, che ha tutto quello che a me manca; tanto che l’unica cosa che le resta da desiderare è il marito di un’altra. Cioè il mio. 
Glenn non si porta appresso zavorre inutili come figli e consorte; è bella, brillante, elegante, tonica e seducente. Il tipo di donna per cui l’uomo medio perde la testa. Siccome tu hai sposato l’uomo medio (tutti gli uomini sono uomini medi, non illuderti mia cara), quell’uomo medio, quando la incontrerà - perché la incontrerà, lei è dappertutto - ne rimarrà tramortito.
Ora, se pensi di sfidare la tua rivale immaginaria sul suo terreno di gioco, hai perso in partenza. La tua unica speranza è fare in modo che tuo marito, semplicemente, non senta il bisogno di andare a toccare con mano come è fatta una donna che è tutto l’opposto di te.

- Tu, rivale immaginaria, sei bella e divertente e quando passi, gli uomini ululano. Puoi dirmi perché?
- Perché metto il tacco dodici anche quando devo scendere a comprare il pane. 
- ...
- Perché io non ho abdicato alla mia femminilità, Ariane; io non mollo mai, io so cosa vogliono gli uomini, soprattutto tuo marito, e sono pronta a darglielo. 
- Cosa vogliono gli uomini, soprattutto mio marito? Dai, rivale immaginaria, dimmelo.
- Ariane, cara, a scuola non ero fra quelli che fanno copiare i compagni durante il compito in classe.
- Glenn.
- Va bene, poveraccia. Ti do una dritta. Io so gratificare gli uomini, li faccio sentire intelligenti, mi prendo cura di loro.
- E come?
- Condivido i loro interessi, mi tengo informata, sto sempre sul pezzo.
- Cioè?
- Ad esempio, so tutto della pesca sportiva. Anzi, sono stata campionessa regionale di pesca sportiva. 
- A Solal piace un sacco la pesca sportiva!
- Appunto, Ariane.

Risata satanica di Glenn.

- Con chi stai parlando, Ariane?
- Con la mia rivale immaginaria, Solal. Sto cercando di carpirle qualche segreto, per sapere come mai tu alla fine mi tradirai con lei.
- Ariane, stai deragliando mentalmente?
- No, per niente Solal.
- E perché allora vai in giro per casa con la tuta felpata e le scarpe col tacco?
- Per non abdicare alla mia femminilità.
- ...
- ...
- Ariane?
- Sì?
- Hai messo le birre in frigo?
- ...
- Scherzo. Dài, vieni su questo divano, che ti sprimaccio un po’.
- Non vuoi che prima parliamo di pesca sportiva?
- Eh?
- Lascia perdere, Solal. Fammi posto.
- Sì, però non togliere le scarpe col tacco, mi fanno venire in mente un sacco di sporcherie che vorrei fare insieme a te.
- Li tengo, Solal.  Però bada bene, io non ci vado a comprare il pane su questi trampoli.
- Eh?
- Non importa. Sprimacciami, su.

Per stavolta l’hai sfangata, Ariane. Hai vinto una battaglia; ma la guerra, mia cara, è ancora lunga. 

Risata satanica.

martedì 4 giugno 2013

Irsutismo isterico

- Solal, senti un po’.
- Sì amore, che c’è?
- Allora, siamo d’accordo sul fatto che ultimamente mi hai un po’ trascurata...
- Trascurata? Io? In che senso?
- Sì, insomma, perché te ne vai sempre in giro e non mi porti mai con te, tranne che alla Coop.
- Quindi non è del tutto vero che ti trascuro.
- Suvvia, Solal! Mi mandi sempre da sola quando c’è da accompagnare le bambine alle feste di compleanno, al circo, a mangiare la pizza di fine anno, al parco giochi, ai pic-nic con gli amichetti...
- Quelle non sono attività abbastanza virili, Ariane. Non puoi pretendere...
- Sì, pretendo. Comunque, qui non dobbiamo ristabilire una verità - peraltro già universalmente riconosciuta.
- Ah no? Allora cosa si fa? Si tromba, finalmente?
- Dopo: prima devi risarcirmi per il poco tempo che mi hai dedicato negli ultimi...facciamo sette anni e mezzo?
- Uh, Ariane, ho paura di quello che stai per chiedermi.
- No, non temere, Solal caro. Ti chiedo solo di escogitare qualche gesto eclatante che compensi le tue recenti mancanze nei miei confronti.
- Un gesto eclatante?
- Anche più di uno.
- Tipo buttare la spazzatura?
- No, troppo facile. Io intendo un gesto di rottura degli schemi, un gesto che determini delle conseguenze durature. Un gesto di generosità e di altruismo che mi faccia sentire in cima alle tue priorità, seconda a niente e a nessuno.
- Vado io a pagare le bollette!
- No, non ci siamo.
- Vuoi che io legga il tuo blog? Non tutti i giorni, però.
- ...
- Ariane, ho capito. Senti questa: potremmo raggiungere io e te da soli le scogliere di Étretat e calarci nella grotta dove Lupin nascondeva il suo bottino e magari disegnare sulle pareti un graffito a forma di cuore con dentro i nostri nomi.
- Lupin?
- Oppure potremmo raggiungere Capo Nord e aspettare l’alba abbracciati. O seguire le orme dei mercanti e percorrere la Via della Seta fino a Samarcanda.
- No, Solal. Io avevo in mente qualcosa di più realistico. Guarda, ho qui per caso una lista di possibili gesti eclatanti. Puoi consultarla, se vuoi.
- Fammi vedere...vendere la moto d’epoca acquistata su ebay, e col ricavato regalarti il trench dei tuoi sogni??? Ma come puoi chiedermi di privarmi della mia moto?
- E' in garage da quattro anni e non l’hai mai guidata perché non hai la patente...
- No, sarebbe troppo doloroso per me.
- Vai al punto 2 del mio elenco allora.
- Vendere la mia bici da corsa e col ricavato acquistare per te un trattamento completo contro il rilassamento cutaneo addominale...
- Tanto la bici non la usi: non ce la fai in salita...
- Ma ci sono affezionato!
- Gesti eclatanti, Solal.
- Forse potrei venderla per regalarti una bella depilazione definitiva, così eliminiamo il problema dei peli superflui.
- Quali peli, scusa?
- Quelli che ti crescono sulle ginocchia, per esempio?
- Quelli non sono peli superflui: sono solo il retaggio dell’evoluzione della specie.
- Ma dai. E io che credevo che gli ominidi si fossero ormai estinti.
- Solal, fermati qui o la lista dei gesti eclatanti riparatori si allungherà ulteriormente.
- Scusa, non ho resistito...Sai che adoro i tuoi peli superflui.
- Quali peli, Solal?
- ...
- Dai, caro, provaci ancora.
- Ti porto in pizzeria?
- ...

domenica 2 giugno 2013

Ti sposerò perché

- Solal.
- Sì, Ariane?
- Te lo chiedo per l’ottava volta.
- ...
- Mi vuoi sposare?
- E per l’ottava volta io ti rispondo: sì, lo voglio.
- Buon anniversario di matrimonio, Solal.
- Buon anniversario, Ariane.
- ...
- ...
- Ariane, io invece non te l’ho mai chiesto, ma...
- Cosa?
- Ma come cavolo eri vestita, quel giorno?
- Solal, era un normalissimo vestito di organza.
- Con lo strascico, santiddio!
- La commessa del negozio di abiti da sposa ha detto che dovevo assolutamente avere lo strascico.
- La commessa.
- Sì. Già l'avevo fatta piangere perché avevo scelto il corpetto semplice e non quello incrostato di pietre preziose luccicanti. Non me la sentivo di costringerla a rinunciare anche allo strascico.
- E ti sei pure messa quella roba tra i capelli...
- Il fiore finto? Perché, avresti preferito la coroncina di swarovski?
- Dio che vergogna. Era proprio necessario vestirsi in maschera per sposarci? Io volevo te, non il circo Orfei. Il mio matrimonio avrebbe dovuto essere diverso.
- Sì, ma mia nonna non avrebbe capito.
- Tua nonna.
- ...
- Ariane.
- Sì.
- Avevi i guantini di tulle.
- Sì.
- Ma perché i guantini? Perché?
- Perché la commessa ha detto...
- La commessa.
- E mia nonna non avrebbe...
- Tua nonna.
- ...
- ...
- Buon anniversario, Solal.