domenica 21 dicembre 2014

L'ora di sostegno

Badr (nome di fantasia): 17 anni, marocchino, erre moscia, lievissimo ritardo mentale; scarsa capacità di concentrazione, motivazione inesistente allo studio, esuberanza ormonale nella norma, grande desiderio di affetto.

- Questa cos’è, prof, la sua agenda? “M” per cosa sta, mestruazioni? E non si arrabbi! Lo so: non è carino prendere le cose degli altri senza permesso. Soprattutto i diari delle ragazze, dice? Quali diari? Le ragazze oggi non hanno i diari. Sono cose dei suoi tempi, nessuno ormai lascia compiti per casa! I diari non servono, c’è Facebook, Whatsapp... Guardi qua, per esempio, non mi collego da ieri sera e già ci sono 207 messaggi non letti... e aumentano: 210... 215... 217. No, non li leggo, sono tutte cazzate. Vediamo, che vuole questa? Guardi, guardi prof! Mi ha mandato un’altra foto! Venga, gliela faccio vedere. Su, non faccia la timida: ma no, non è nuda, è in mutande e reggiseno... Certo che è normale, prof, oggi ormai lo fanno tutte: si scattano le foto nude davanti allo specchio e poi le mandano al fidanzato... Esatto, i “selfie”: lei è proprio moderna, prof. Eh, lo so che ai suoi tempi queste cose non si facevano; solo perché non c’erano i telefonini, comunque. Adesso sono tutte tr... vabbè, non la dico quella parola, visto che non le piace. Ma sono anche stupide, prof! Mandano le foto nude, e pensano che le vede solo il moroso, ma noi maschi ce le passiamo, perché sa, prof, fa figo. Un mio amico ha messo sul gruppo Facebook un video di una che non le dico cosa stava facendo... Ma no che lei non lo sa... Boh, lui ha diciassette anni, lei - dice - venti, ma non lo so se è vero. Comunque, lo dica alle sue figlie - quante ne ha? Tre? - di non mandare MAI foto di loro nude a qualcuno, perché finiscono tutte su internet, è normale. Comunque a me 'ste tipe non mi piacciono; io voglio una ragazza seria, una che pensa, una che non la dà, se non a me... Lei com’era da giovane, prof? Non che non sia giovane anche adesso. Quanti anni ha detto che ha? Noo! Giuro, non glieli avrei mai dati! Non lo dico perché ho bisogno del suo affetto... Ma che rughe, lei non ha rughe! Solo le occhiaie. Quante figlie ha detto che ha? Tre? Ma lo sa, prof, che potrebbe essere mia madre? ... Prof, lei lo sa cosa significa MILF? Io lo so: significa “mother I love”; si fidi, è così. Come “e allora la F che significa”? Che ne so, è inglese. Io parlo francese, arabo e italiano. L’inglese non lo impari a scuola, cosa ti devono insegnare questi qua, sono dei poveri sfigati... No, non dicevo a lei, prof. Io comunque non sto qui a sbattermi, lo so già quello che devo fare da grande: mi prendo il diploma e vado via da questo posto di merda, pieno di montanari cafoni e bestemmiatori - ma lo sa come ammazzano le galline qui? Gli strappano la testa a mani nude! Che animali...io non la mangio la loro carne, la mia religione me lo vieta: gli animali devono morire in fretta e senza soffrire. Io mi prendo il diploma e me ne vado in Francia; c’è mio cugino lì, dice che puoi seguire un corso e poi trovi lavoro. Lei c’è mai stata in Francia? Figo, ha vissuto a Parigi? E’ vero che le ragazze francesi sono tutte tr... Mi stava scappando di nuovo! Ma che pregiudizi, prof! Io non ne ho pregiudizi: le ragazze sono uguali dappertutto, anche in Marocco! Le ragazze vogliono affetto, ma noi maschi pensiamo solo a una cosa: loro vogliono parlare, noi vogliamo sc... Scusi. Insomma, tutti abbiamo bisogno di affetto: solo che bisogna mettersi d’accordo sul tipo di coccole.  Che poi, ‘sto Facebook, tutti fighi, tutte fighe, ma io quando me le ritrovo davanti, queste qua, non so mai che dirgli. Non è che sono timido: è che non sono abituato a parlare. Che c’entra: per fare quelle cose, mica c’è bisogno di parlare. Comunque io ho deciso: fino ai trent'anni faccio il gigolò. Perché ride? Sapesse quante ce ne sono di vecchie che pagherebbero per uno come me. Mi faccio i soldi e poi sposo un brava ragazza. L’avevo trovata una che mi piaceva, chattavamo su Facebook, e l’ho capito subito che era diversa. Ma il suo fidanzato non voleva. Era pure bella, guardi qui: vero che ha la faccia da brava ragazza? Non mi faccia pensare a lei che mi viene l’alzabandiera. Ok, scusi prof. Va bene, la smetto di parlare di queste cose. Ma che Inglese, non ho voglia di fare Inglese, adesso. Usciamo, prof, le offro un caffè alla macchinetta. Non ci posso credere che lei ha veramente tre figlie. Mi raccomando, gliela dica quella cosa delle foto nude davanti allo specchio. Di non farlo, che finiscono sputtanate su internet, è matematico. Certo, certo, le sue figlie saranno diverse, se lo dice lei... Come lo vuole il caffè? Sì, però non torniamo subito in classe, c’è puzza: quegli animali scoreggiano. Io al massimo rutto, ma scoreggiare no, devi proprio essere fuori per scoreggiare davanti a tutti. Gliel'ho detto che questo è proprio un posto di merda.  

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sabato 6 dicembre 2014

Controfigure

Domenica mattina è il giorno della Grande Colazione: il tavolo della sala da pranzo diventa un buffet da villaggio turistico anni '90 e si ammanta a casaccio di tazze, piattini, tost bruciacchiati, panini stantii, biscotti sbriciolati, burro, marmellata con la muffa, latte caldo e latte freddo, salmone, uova e pancetta, yogurt e muesli,  Nescafè per lei, moka per lui e, ovviamente, maxi barattolo di Nesquik per loro.
Quando tutti hanno preso posto, puntualmente ci si accorge, con discreto raccapriccio, che manca lo zucchero.
- Latte taddo - dice la piccola e, soddisfatta, infila la testa nel barattolo del Nesquik. Ne riemerge un quarto d'ora dopo, ma solo per versare sul divano mezza tazza di latte, strapazzare vieppiù le uova strapazzate, salire sul tavolo, leccare la marmellata sulla lama del coltello e adagiare culetto e pannolino gonfio di pipì notturna sulla fetta di pane appena imburrata dal padre.
La mamma beve il suo Nescafè mentre legge il Corriere della Sera vecchio di due giorni e si disinteressa, famelica e proterva, del destino dei suoi parenti. Il papà fa quel che può.
Le altre due bambine confabulano tra loro. La Grande Colazione, nel frattempo, si trasferisce con movimento fluido dal tavolo ai loro pigiami puliti e al pavimento che, invece, pulito non sarà mai.
Giuditta rimesta nella sua tazza, pensierosa. Si è già alzata tre volte da tavola per andare a controllare se il dentino che le è caduto tre giorni fa, riposto in un cassetto, è stato finalmente sostituito dal regalino.
Quando cade un dentino, a queste latitudini, si mette in moto una task force multirazziale composta da:
- un topolino che viene dalla Sicilia;
- una formichina che viene dai dintorni;
- una fatina dei denti da latte che, presumibilmente, viene dalla Pixar.
(Soffermiamoci solo un istante sul fatto che, qui al nord, ovviamente interviene una formichina: la proverbiale efficienza austro-ungarica si riverbera persino sul loro immaginario; potevano mai scegliere la cicala per fare questo sporco lavoro?).
Il molarino di Giuditta è caduto tre giorni fa; tentennava da settimane, fino a quando suo padre non ha tirato fuori il kit da estrazione dentini da latte, composto da: filo interdentale, pinzetta, tenaglie, martello, sega, fazzoletti di carta e cotone idrofilo. Queste scimmie urlano e strepitano se si graffiano un dito, ma poi si fanno seviziare da un padre sadico e ridono non appena il sangue comincia a zampillare: perché vuol dire che il dentino è caduto e presto sarà sostituito da un regalo. Così piccole e già mercenarie.
La madre solleva per un istante lo sguardo dal suo giornale e osserva una nuvola di Nesquik che si deposita pigramente sulla sua pantofola. Le viene in mente che il suo papà le estraeva i dentini dondolanti legandoli con un filo alla maniglia della porta del bagno e facendola sbattere dopo aver contato fino a tre. Ma forse quello è solo un falso ricordo; non può essere che il suo papà fosse così sadico. Oppure sì, tutti i papà diventano sadici, quando si tratta di dentini da latte.
- Quelli sono in tre, il topolino, la formichina e la fatina: eppure,  il dentino è ancora nel cassetto; quand'è che se lo vengono a prendere?
Giuditta è impaziente; chi non lo sarebbe, al suo posto? La Supersuocera, all'ennesima domanda della nipotina sul perché di questo inaudito ritardo, imbarazzata e furiosa con topolini, formichine e fatine indolenti, ha suggerito che, forse, stanno aspettando che cada anche il dentino di Bianca, per fare un solo viaggio. Sarà per questo che ieri Bianca ha lasciato che la sorella impaziente tentasse in tutti i modi di strapparle il dente morituro, per farla finita in fretta e avere questo benedetto regalino.
Formichina, topolino o fatina, bisogna che qualcuno lo porti, prima o poi. Prima che l'indignazione della Supersuocera raggiunga livelli di guardia. 
E subito dopo toccherà ricominciare con Babbo Natale e le sue renne trafelate; e poi la Befana.
Fra qualche anno, tutti questi personaggi così familiari scompariranno, uno dopo l'altro, come i dentini. Saranno sostituiti da chissà chi. Non da mamma e papà, perché anche al posto loro, come al posto di Babbo Natale e della fatina, ci sarà qualcun altro; due a cui urlare "esci dalla mia camera", "tanto non puoi capire" o "voglio l'iPhone 9".
Oggi, però, in mezzo ai resti sparsi della Grande Colazione, ci sono ancora tre bambine - le dita impiastricciate, i sorrisi sdentati e i pensieri magici - un papà estrattore e una madre che può sentirsi ancora una fatina, non fosse che per recapitare un dono, in cambio di un dentino che ricrescerà per l'ultima volta.