sabato 8 luglio 2017

So' troppi

“Sei matta a volerti trasferire a Roma? È una città troppo difficile e con un sacco di problemi. Meglio Milano”, mi ripetono più o meno tutte le persone che conosco, da quando sanno che mi voglio trasferire lì.
Esagerati, pensavo io. Poi sono venuta a Roma, dove da quattro giorni cerco a muso duro una casa in affitto per me e le mie bambine. La casa non l'ho ancora trovata, però ho già capito un sacco di cose di questa città: prima di tutto, che la situazione catastrofica che mi prospettavano in molti è, in realtà, ampiamente al di sotto della realtà.
In effetti è peggio di quanto pensassi.
E poi ho capito che i problemi sono tanti, è vero, ma la causa, secondo la gente di qua, è una sola. Perché i romani hanno una acuta percezione dei mali che affiggono la città, mica sono un popolo assuefatto o anestetizzato, no; è sulle cause reali che sono tutti un po' confusi o, meglio, convinti che il colpevole sia uno solo, sempre lo stesso.
E siccome il colpevole non è mai uno solo, questo significa che tutti gli altri la fanno franca.

Esempi.

1. L'agente immobiliare maschio, Esquilino.

- Allora, signora, che gliene pare?
- A dire il vero, per un seminterrato di sessanta metri quadrati, 900 euro mi sembrano un po' tanti. E poi davanti casa c'è la spazzatura sui marciapiedi e una puzza terribile.
- Ho capito, signo', ma lo vede in che Stato viviamo? I proprietari qua a Roma fanno una vita terribile! Si devono ripagare dei rischi! Qui, se l'inquilino non paga l'affitto, il proprietario non lo può sfrattare.
- E certo che non paga... 900 euro per un seminterrato!
- ...E allora lo Stato che fa? Anziché trovare all'inquilino in difficoltà una casa alternativa, oppure pagare al posto suo i soldi dell'affitto, così il proprietario, poveretto, non perde i suoi 900 euro al mese...
- Poveretto il proprietario, certo.
- ...anziché aiutare gli italiani, gli dà le case popolari agli immigrati. E poi signo', è seminterrato, sì, ma guardi quant'è luminoso!
- Sì ma in bagno ci sono solo il water e il bidet. Dove le lavo le mie figlie, senza vasca e senza doccia?
- Quali figlie, mi scusi?
- Le mie tre figlie.
- Ah no, me lo doveva dire prima! Il proprietario preferisce non affittare a gente con minori al seguito, che poi se lei non paga chi la sfratta più, co' tre figlie? Mannaggia a tutti 'sti immigrati, mannaggia. Però gli animali li accetta. Ha animali, lei?
- Sì, un gatto.
- Per il gatto non c'è problema. Modestamente, noi romani siamo famosi nel mondo per come sappiamo accogliere i gatti. Certo, con tutti questi cinesi, non è che possiamo stare tranquilli al cento per cento, ma siccome i cinesi comprano le case in contanti, bisogna portare pazienza, che vuole.

2. L'agente immobiliare femmina, Prati.

- Questo non è mica un quartiere così, come tanti altri, sa, signora? Questo è centro centro, eh? Pure io abito qui a Prati; venga, le faccio vedere, tanto non ho altri appuntamenti per oggi. Guardi quanti bei negozi fini. Qua poi ci sono le meglio scuole, per le sue figlie; i loro compagnetti di classe saranno tutti figli di avvocati e funzionari, tutta gente di livello: il mio vicino di casa è un miliardario e ha una casa enorme, modestamente gliel'ho venduta io. Non è perché vede tutte queste bancarelle sul marciapiedi, che manco se po' passa' a momenti...io non sono razzista, guardi, ma tutti 'sti immigrati nel quartiere uno non ce li dovrebbe fare stare! Non si può, ho capito che hanno la guerra, ma proprio qua a Prati devono venire, con le loro bancarelle?
- Mi scusi, non capisco, ma stanno qui senza permesso e senza licenza, tutte queste bancarelle? E perché i vigili non li fanno sgomberare?
- I vigili! E mica si possono mettere a risolvere tutto i vigili, signora. Questi, qui, non ci devono proprio venire! Non li possiamo fare entrare tutti in Italia! Che poi la licenza mi pare che ce l'hanno, quindi sono in regola e non gli puoi fare niente. Però non si può vedere tutto questo degrado. Che poi mi si deprezzano le case, a me. Lei non è di Roma e non può capire: il problema è a monte. Questi vanno aiutati a casa loro, non a casa nostra!

3. Il pensionato alla fermata dell'autobus, Torpignattara. 

- Buongiorno, mi scusi: come mai non passano gli autobus? Sono qui da mezzora e non se n'è visto nessuno. C'è forse sciopero?
- Ma che sciopero, signora, qua fanno come je pare. Ieri passavano, oggi no. Tocca aspettare.
- Ma ci sono quaranta gradi e non c'è nemmeno una tettoia sotto cui ripararsi. Questo non è un servizio di trasporto pubblico da paese civile!
Il pensionato scuote la testa e mi lancia un'occhiata piena di consapevolezza e di qualcos'altro: stanchezza, rabbia, rassegnazione, tutto mescolato a formare un grumo indegno che gli accende la pupilla.
- I porti, signora.
- I porti?
- Dobbiamo chiudere i porti. Questi, qua, non ci devono più arrivare. Guardi un po' in giro, li vede quanti sono?
- Sì va bene, ma che c'entra? Mica li guidano i bengalesi gli autobus.
- Sì ma so' troppi! Poi quando passa l'autobus salgono tutti, e per me e per lei non c'è più posto! Dobbiamo chiudere i porti! Ma quelli che governano da quest'orecchio non ci sentono, perché a loro gli conviene farli entrare, così poi dicono che nun ce stanno i sordi pe' mette' l'autobus nuovi...

Ecco; questa è la pancia della città, non la testa. Ma è una pancia esasperata, che borbotta e mugola e non ragiona; è rappresentativa del Paese intero e non ne può più. Certo, fare uno sforzo razionale e concatenare in maniera logica cause e conseguenze potrebbe portare a scoprire che non sono gli immigrati l'origine di tutte le vessazioni a cui la gente comune è quotidianamente sottoposta. Ma gli sforzi razionali dovrebbe farli la classe politica, che invece o arruffa il pelo di quelli che non sanno emettere che un sordo brontolio di pancia, oppure cerca di calmarli sventolando mezzo osso (aiutiamoli a casa loro etc etc).
E poi ci sono gli altri, quelli che continuano a perseguire i propri interessi e a cui fa comodo che la gente non riesca a vedere con chiarezza che chi ci guadagna non sono quelli che occupano i marciapiedi con le bancarelle (gli stranieri), ma coloro i quali quelle licenze le possiedono o le concedono (che sono invece italiani). I palazzi abitati da stranieri impilati uno sull'altro, perché ai proprietari conviene così, portano degrado e miseria, ma di chi è la colpa? 
Alla politica pre-logica e agli altri, il problema dei migranti in fondo fa comodo: è il nuovo oppio dei popoli, è l'osso di plastica da far mordere perché la bestia incatenata si sfoghi e non le venga in mente di girarsi per vedere di chi sono le mani che stringono saldamente quella catena.


(Trova il colpevole:  il sacchetto della spazzatura è stato lanciato in direzione cassonetto - che è vuoto - oppure il cassonetto era pieno e il camion della spazzatura lo ha svuotato senza raccogliere quello che era rimasto a terra? Me lo sto chiedendo da cinque giorni).

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