- Mamma, tette!
- No carina, niente tette. Non ti ricordi che ne avevamo parlato e io ti avevo convinta, facendoti fissare un ciondolo oscillante, che la tetta non ti piace più?
- Tette bleah!
- Esatto, tette bleah, schifo, cacca!
- …
- …
- Mamma tette!
- Nooo. Rifletti: ti ricordi che te l’ho fatta assaggiare ricoperta di sale e non ti è piaciuta, lì per lì?
- Tette bleah!
- Brava bambina, così ti voglio!
- …
- …
- Mamma tette!
- Aridaje, co’ ‘ste tette! Non te le posso dare, le ho cosparse di acido glicolico in purezza: dicono che faccia miracoli per le tette pendule, però non è salutare per i bimbi.
- Tette bleah!
- Proprio così. Ripeti insieme a me: tette no!
- Tette no!
- Ecco, brava!
- Tette no. Mamma tette!
- Eh, ma tette no significa che non le puoi ciucciare più.
- Tette…
- Smettila di osservarle con desiderio e nostalgia, mi spezzi il cuore.
- Tette…
- No, ti prego, l’occhio sospiroso e concupiscente no! Sembri tuo padre.
- Tette…
- Crescerai, te ne farai una ragione, le dimenticherai.
- Tette bah?
- Tette bacio? Vuoi dare un bacio di addio alla tetta?
- Tette bah!
- E va bene, ma solo un bacino, eh, non ti fare venire strane idee…
- Ecco tette!
- Aaaah! Staccati! Mollami! Aiuto! Si è attaccata! Tiratela via! Solaaal! Aiuto! Alien, pussa via! Non ciucciare!
- Ariane, ma che state facendo?
- Solal, aiutami, tirala per le gambe, io le tappo il naso finché non soffoca!
- Ecco qua: staccata.
- Tette, sigh.
- Poveretta, Ariane, piange di disperazione e cordoglio...
- Piange? Mi ha teso un tranello, la baldracca in erba. Portala via!
- Tetteeee!
- Ariane, ma non avevi smesso con l’allattamento?
- Io sì, ma lei no!
- Non mi è chiaro ma non importa.
- Solal, io non capisco: ma cosa ci trova nelle mie tette? Perché è ipnotizzata dai miei capezzoli? Qualcuno dovrà convincerla che non si può passare la vita a desiderare di stare attaccata a un seno.
- Non guardare me, per questo; nemmeno io me ne sono ancora fatto una ragione.
- Che c'entra, tu sei maschio; lei è una bambina.
- Eh, infatti per lei sarà ancora più difficile. Almeno, noi maschi abbiamo i mondiali di calcio.
- Voi mi angosciate. Voi e le vostre pretese sul mio corpo! Il corpo è mio, capito? Me lo gestisco io, capito?
- Ecco, e vedi di andartelo a gestire in cucina, per favore, che è l’una e la tavola non è ancora apparecchiata.
- Guarda che io non sono tua madre e tu non hai sedici anni.
- Davvero non sei mia madre? Strano, a volte me ne dimentico.
- Villano.
- Ariane?
- Sì?
- Tette bah?
- Solal?
- Sì?
Ma non ci sono foto correlate al post questa volta?
RispondiEliminaLuigi.
Guarda, meglio di no. Lo dico per te, sai?
Eliminapiccola percghè gli fai questo,deve zuppare il biscotto
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