lunedì 16 giugno 2014

Paradise lost

- Ariane, smettila di fare avanti e indietro per la stanza: stai sollevando un polverone che mi impedisce di vedere lo schermo del televisore. 
- Taci, corpo spiaggiato sul divanetto, non mi distrarre; sono in modalità oplitica multitasking: una e trina. 
- Eh? 
- Ho così tante cose da fare che non le posso fare una per volta. Per questo ti svolazzo intorno affaccendata e le mie mani mulinano come le pale di un frullatore. 
- Guarda che devi preparare solo una valigia. 
- La valigia è solo il sipario che cala sul can can che è stata la mia giornata. Prima di fare la valigia e partire in vacanza, c’è una famiglia da scrostare, una casa da sottrarre alla polvere dell’oblio, una lavanderia da bonificare, una lavatrice da motivare - lei, così piccola e fragile, loro così tanti, così sporchi - un bidet da spurgare perché qualcuno l’ha intasato con un accendino, e tanti innumerevoli piccoli dettagli fondamentali da mettere a punto prima di andare a ripetere le stesse identiche cose al mare. La partenza, per me, sarà solo una tappa intermedia. 
- Ariane, ti prego, vai a fare il fenomeno da circo domestico altrove; vorrei rimanere da solo con la mia birra e la mia partita. E’ un momento delicato per me. Capiscimi. 
- Solal, la disparità di trattamento che la vita ha riservato a me e a te mi fa dubitare che il cosmo sia retto da una forza benigna e razionale. Perché tu guardi il mondiale mentre io preparo una valigia? 
- Perché tu sei una femmina e, in quanto tale, sai fare tante cose contemporaneamente e tutte bene. Io invece sono un maschio e mi devo dedicare a un solo compito alla volta.
- Questo è tristemente vero. Le mie superiori facoltà mi condannano alla fatica perpetua. La tua inettitudine, invece, ti assicura l’ozio impunito. 
- Dài, inettitudine mi sembra un concetto severo, Ariane.
- Guardati: bevi birra davanti a una partita di calcio. Sei l’emblema dell’inutilità improduttiva. 
- Non è vero; anch’io so compiere imprese incredibili, se lo voglio. 
- Ah, sì? Tipo cambiare la lampadina che si è fulminata sei mesi fa? 
- No, tipo ruttare in un colpo solo il nome di “maarioobaalooteelli”. 
- Mirabolante. C’è altro che sai fare per impressionarmi? 
- Posso dirti la formazione completa della Nazionale italiana dell‘82, panchina compresa. Zoff, Bergomi, Cabrini, Collovati... 
- Quasi sovrannaturale, per uno che ogni anno dimentica il compleanno di sua madre. 
- Guarda che riesco anche a chiederti di prendermi un’altra birra in frigo. 
- Soltanto? 
- Perché, non ti basta? 
- No, sai che se non faccio almeno due cose contemporaneamente non mi sento a mio agio. 
- Ah, allora portami pure la frittata. 
- ... 
- Vai, Ariane, sbrigati che è già partito l’Inno. Ho bisogno della birra, se no, non mi concentro. 
- Io, Solal, spero solo che esista un aldilà a parti invertite. Là dove un giorno ci rincontreremo e io ti rutterò in faccia tutto il mio amore. 
- Eh? Certo, certo, anch’io ti amo, cara!
- ... 
- La frittata, Ariane! 
- ...

5 commenti:

  1. Io sono sempre solidale con Solal per definizione.... una cosa però mi lascia perplesso: la frittata alle 24.00!?!??? Sembra quasi Aldo con la mitica peperonata la mattina, prima di partire per la Puglia con Giovanni e Giacomo. FD

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    1. La frittata ("di cipolle, birra ghiacciata e rutto libero!") era una citazione di Fantozzi che guarda Italia-Inghilterra... :-)

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  2. Questo è bello ed attuale. Pare che duri solo un paio di settimane. Poi bisogna inventarsi qualcos'altro... S

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    1. Il calcio (o surrogati vari) non dura solo una settimana, ahimè!

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  3. Ma il camper è pronto?
    Luigi

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