sabato 24 agosto 2013

(le buone cose di pessimo gusto)

- Ariane? 
- Chi mi chiama? 
- Sono io. Glenn. 
- Glenn! Dove sei finita? Non ti vedo. 
- Sono qui, fra la matrioska e le nacchere, sullo scaffale. 
- Cosa ci fai lì, tutta impolverata, in mezzo ai graziosi soprammobili di mia madre? 
- Prima mi immagini come una vecchia gallina impagliata e poi ti stupisci se sto su uno scaffale a prendere polvere? 
- E dove vorresti stare, Glenn? Forse sotto le ascelle protettive di Solal? Non puoi. Quello è il mio posto. 
- Bah. Contenta tu. Dico solo che è un peccato: una fuoriclasse come me relegata tra i ninnoli di nonna Speranza! 
- Calmati, Glenn. Il livore non si addice al tuo incarnato e poi ti si agitano le tette. Non mi piace quando ti si agitano le tette. 
- Ariane, perché mi hai trascurata così tanto durante queste settimane? 
- Ero in preda alle mie vacanze, Glenn. Tutte le mie forze sono state assorbite da un ozio alacre che non mi ha dato tregua. 
- Significa che eri troppo indaffarata a non fare niente? 
- Sì. 
-  ... 
- Glenn, come mai non hai approfittato della mia lontananza per lavorarti un po’ Solal? Non è così che operate, voi rivali immaginarie? 
- Solal chi, quel quarto di manzo che si sta lentamente putrefacendo sul divano? 
- È stanco perché lavora tanto. 
- Ad agosto, vecchia volpe? 
- Cosa vuoi insinuare? 
- Purtroppo niente. Per ora è lì che si strugge di desiderio e nostalgia per la sua stucchevole famigliola lontana. Pensa che, da quando sei partita, ogni giorno butta la spazzatura
- No! Poveretto... chissà come soffre. 
- Già. Sono lì, da soli, lui e il televisore, e si fissano a vicenda. Dei due non so quale sia più spento.
- Ma perché non mi ha raggiunta prima, invece di aspettare la fine di agosto? 
- Non ne ho idea. Di notte si lamenta nel sonno. Bofonchia qualcosa come “brodo di pollo” e “Ferragosto” e singhiozza. 
- Forse fa brutti sogni. Comunque, Glenn, un po’ mi deludi: che rivale immaginaria sei, se non sai nemmeno approfittare dell’assenza di una moglie per saltare alla giugulare dello sposo abbandonato?
- Ariane, non è la giugulare la parte dello sposo che... 
- Taci, meretrice inveterata. 
- Significa zoccola? 
- Sì. 
- ... 
- ... 
- Comunque, Ariane, per rispondere alla tua domanda: non c’è alcun gusto a insidiare il marito della tua rivale, se la tua rivale non è lì ad assistere tremebonda agli effetti devastanti del tuo fascino. 
- Glenn, hai così tanto bisogno di un pubblico? 
- Perché, tu no? 
- No! Io non sbaldracco in giro in preda a manie di protagonismo come te! 
- Detto da una che si è aperta un blog per raccontare come spaia i calzini e piega le mutande... 
- Non è la stessa cosa: la mia è un’esemplarità di servizio. 
- Significa che servi da esempio? 
- Sì. 
- E io a cosa servo, in questo tuo servire da esempio? 
- A nulla. Tu sei solo un parto della mia fantasia
- ... 
- ... 
- Ariane? 
- Sì, Glenn? 
- Non è che mi potresti spolverare un po’? 
- Impossibile. Mi piace quella patina grigiastra sulle tue vecchie penne. Si addice a una sgualdrina da angiporto come te. 
- Significa zoccola? 
- Sì. 
- ... 
- ... 
- Almeno cambiami di scaffale. Non sopporto le matrioske. 
- Eppure avete così tanto in comune. 
- Io e le matrioske? 
- Sì; anche loro sono piene di sé. 
- Ariane. 
- Sì? 
- Ti prego, scegliti un’altra rivale immaginaria. Mi si intristiscono le tette, se sento un’altra delle tue battute.

3 commenti:

  1. Come povera Glenn??? Per via delle mie battute, dici?

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  2. ma tutta impolverata messa via da parte... alla fine lei non ha mai fatto nulla di male, in fondo in fondo ti invidia, daltronde è un parto della tua mente (malata?), credi che non ti invidi??? Tu sei la mamma anche di Glenn!!! (hahahaahahahahahaha risata satanica)
    Glenn.

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