- Pronto, Ariane?
- Ciao Solal!
- Dimmi la verità: ti manco terribilmente, vero?
- Cosa te lo fa pensare?
- L’estrema piattezza e la terribile banalità dei tuoi post.
- Sicuramente, non mi manca la tua franchezza.
- È da quando sei in esilio nella tua terra che ti arrampichi sugli specchi cercando di mettere insieme due battute decenti. Si vede che ti manca la fonte d’ispirazione.
- Che saresti tu, immagino.
- Certo. Io ti ispiro, ti guido e, soprattutto, ti mantengo mentre sei in vacanza.
- Sei gentile a ricordarmelo. Io, invece, tengo le tue innumerevoli figlie; le nutro, le vesto, le porto al mare e in gita, le intrattengo. È una faticaccia.
- Si chiamano vacanze, Ariane.
- Sarà, ma assomigliano di più ai lavori forzati.
- Comunque, mi mancate.
- Lo so. Ci manchi anche tu. Quando vieni a prenderci?
- Verrò a fine agosto.
- Perché non prima?
- Devo lavorare.
- Ad agosto? Saresti l’unico in Italia.
- Ho delle scadenze improrogabili.
- Sì sì. E quanto rimarrai qui con noi prima che ripartiamo?
- Due giorni?
- Scordatelo. Almeno una settimana.
- Ariane, vuoi che io muoro? Al massimo tre giorni.
- Facciamo tre notti e quattro giorni e non se ne parla più.
- Ok, ma all’alba del quarto giorno si riparte.
- Solal, ti devo portare in giro per questa terra baciata dal sole e dagli dei per fartela apprezzare come si deve. Una settimana ci vorrebbe tutta.
- Vuoi portarmi in giro e privarmi così della gioia di soggiornare nella baraccopoli, a casa dei tuoi, con tua madre che frigge a tutto spiano senza nessun riguardo per la mia cistifellea?
- Solal, tu non hai più la cistifellea. Te l’hanno asportata una settimana prima di sposarmi. Non ricordi?
- ...
- ...
- Solal?
- Sì?
- Questa è la notte di San Lorenzo. Ci sono le stelle cadenti.
- Lo so. Qui c’è una stellata pazzesca.
- Ecco, per l’appunto. Potresti per favore esprimere qualche desiderio anche per me?
- Perché, tu da sola non ci riesci?
- No, è che qui il cielo è coperto. Sta piovendo.
- Ma come, nella tua meravigliosa terra baciata dal sole e dagli dei, piove il dieci di agosto?
- ...
- E qui, nella tetra e piovosa cittadina del nord-est in cui io ti ho costretta a vivere, invece, c’è un firmamento che brilla attraverso il cielo limpido?
- ...
- AHAHAHAHAHAHAHAHAHA!
- ...
- AHAHAHAHAHAHAHAHAH!
- Questa cos’era?
- E me lo chiedi Ariane? Era una sana, tronfia e franca risata satanica, no?
- ...
Piove sui poveri e sui ricchi, il problema è la quantità di questa pioggia, e quanto influenza l'umore della gente del posto. Spesso nei luoghi in cui piove molto (ma davvero) tipo Olanda o tipo Seattle, in USA, ci hanno fatto talmente l'abitudine, volenti o nolenti, che sono gente allegra, fantasiosa, divertente. Il clima non li influenza.
RispondiEliminaNon sempre si può dire lo stesso degli abitanti delle nostre piovose lande....no?:)
Parto dal presupposto che le considerazioni sul tempo siano un bacino di luoghi comuni con un fondo di suggestiva verità (gli inglesi, saggiamente, non ne possono fare a meno). Ci si lascia influenzare dal meteo, ma solo se dentro o attorno non c'è niente di più interessante. Con questo volevo dire che sono d'accordo con te :)
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