- Solal, mi annoio, vorrei fare un po’ di vita mondana.
- Per favore, Ariane, smettila con queste idee piccolo borghesi.
- Ma Solal, tu sei sempre in giro, vai a cene, aperitivi, fiere, mostre, convegni. Perché io no?
- Tu, Ariane, stai facendo qualcosa di molto più grande e importante: stai crescendo le nostre bambine, le stai facendo diventare delle persone meravigliose. Un giorno ti ringrazieranno per questo.
- Sì, ma perché non mi posso divertire anch’io, ogni tanto?
- Le tue occupazioni, Ariane, vanno al di là del semplice concetto di divertimento.
- Ah sì?
- Certo, tu hai dei privilegi che a me sono negati.
- ?
- Ad esempio, quando è notte e il mondo riposa, l’upupa canta in giardino e solo tu e la neonata vegliate, puoi sentirti parte dell’armonia cosmica ed ascoltare gli echi del silenzio.
- L’upupa?
- Tu sei con loro quando hanno sete, fame, freddo...
- Quando hanno la diarrea, anche.
- ...quando sono tristi e quando sono felici. Ci sei quando giocano, quando creano, quando costruiscono...
- E quando intasano il gabinetto con i cotton fioc.
- ...tu sei la regina dell’alveare, la polena della nave, la madonna coi bambini. Sei il porto sepolto dall’amore di una famiglia che cresce e prospera grazie a te.
- Non dico di no, Solal, ma magari qualche volta mi piacerebbe uscire insieme a te, condividere dei momenti di socialità extra-familiare...
- Allora dillo che non sei mai contenta, Ariane! Ti ho appena portata a fare la spesa alla Coop...
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